Microplastiche, l’Università di Padova svela i meccanismi che le imprigionano nei sedimenti dei fiumi

Il Mattino di Padova - Online

16.03.2023

A partire dalla metà del Novecento ad oggi nel mondo sono state prodotte circa 9 miliardi di tonnellate di plastiche e negli ultimi anni la produzione globale di questi materiali è aumentata in modo esponenziale, arrivando a circa 400 milioni di tonnellate per anno. L’inquinamento da plastica è diventato oggigiorno uno dei problemi ambientali più rilevanti soprattutto perché, una volta immessi nell’ambiente, questi materiali sono soggetti a frammentazione e si degradano in minuscole particelle, le microplastiche.

Le microplastiche misurano da cinque millimetri fino a millesimi di millimetro, e vengono facilmente disperse nei mari e negli oceani, danneggiando gli habitat e provocando danni alla salute umana e del pianeta.

fiumi ricoprono un ruolo chiave nel trasferimento delle microplastiche dalla terraferma al mare, al punto da essere definiti dei veri e propri nastri trasportatori. Durante questo trasferimento le microplastiche possono però restare intrappolate nei sedimenti per un tempo variabile, ma possono anche assorbire sostanze inquinanti o subire ulteriori frammentazioni a causa di processi biologici e fisici.

Per questo motivo la conoscenza dei meccanismi che regolano la sedimentazione delle microplastiche nei fiumi è un ambito di ricerca di estrema importanza.

Lo studio Mechanisms of microplastics trapping in river sediments: Insights from the Arno river (Tuscany, Italy), condotto da ricercatori del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova e pubblicato sulla rivista «Science of Total Environment», ha analizzato i sedimenti del fiume Arno, in Toscana, allo scopo di comprendere i meccanismi che controllano il trasporto e lo stoccaggio delle microplastiche nei sedimenti fluviali.


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