Fiume Mekong: sei azioni concrete per salvarne il delta

Il Bo Live - online

13.05.2022

“A causa dell’impatto antropico degli ultimi decenni e di una gestione insostenibile delle risorse naturali nel bacino del Mekong, il delta del fiume si sta ritirando rapidamente e potrebbe sprofondare sotto il livello del mare entro il 2100. Evitare un simile impatto catastrofico richiederà misure concertate che riconoscano le cause che stanno alla base del fenomeno e l’importanza globale del delta”. La situazione è nota ormai da tempo, ma le soluzioni finora adottate tendono a gestire i problemi a livello locale, senza considerarli nella loro complessità. Per questo, un gruppo di ricerca internazionale – in un articolo pubblicato su Science, dal titolo eloquente Save the Mekong Delta from drowning. Policy must address drivers, not just symptoms of subsidence – propone una serie di azioni concrete per evitare che quest’area economicamente importante e densamente popolata finisca sott’acqua.

Il Mekong è il fiume più lungo del Sud-est asiatico, intorno al quale ruota lo sviluppo economico dell’intera regione. Si snoda per 4.800 chilometri in sei Paesi diversi – Cina, Laos, Cambogia, Thailandia, Myanmar e Vietnam – e attraversa ecosistemi ricchissimi di biodiversità, fornisce pesce e acqua alla popolazione che vive nel suo bacino idrografico e dà sostentamento a oltre 60 milioni di persone. Si tratta dunque di un’area che negli ultimi 30-40 anni ha visto uno sviluppo socio-economico enorme. Il delta del fiume, dove vivono circa 17 milioni di persone, si trova principalmente in Vietnam, è il secondo più grande al mondo e produce dal 7 al 10% di tutto il riso commerciato a livello internazionale. È in media un metro sopra il livello del mare e ciò lo espone a fenomeni di subsidenza ed erosione costiera.

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