Quali incognite, dietro alla transizione energetica?

"il Bo Live" - Università degli studi di Padova

28.06.2021

La transizione verso un’economia decarbonizzata, resa urgente dalla emergenza climatica in corso, pone una serie di problemi generalmente sconosciuti o sottovalutati. Come tutte le attività umane, in particolare considerando i megatrend del 21° secolo, quali l’aumento della popolazione (l’ONU prevede 9,8 miliardi per la metà secolo) e il fenomeno dell’inurbamento (sempre l’ONU prevede che nel 2050 il 70% della popolazione vivrà in arre urbane e vi saranno oltre 40 megacittà con più di 10 milioni di abitanti), anche la transizione energetica avrà il suo impatto sul pianeta. Considerando che globalmente circa l’85% dell’energia primaria deriva dai fossili, per raggiungere verso il 2050 il 45% di elettricità nell’offerta di energia, la produzione elettrica dovrà più che raddoppiare, un valore di cui la quota fotovoltaica ed eolica rappresenterà circa due terzi. Questo megatrend nella produzione e nel consumo di energia richiederà una vasta gamma ed elevate quantità di minerali da cui estrarre gli elementi indispensabili alle moderne applicazioni elettroniche, che si avvalgono dell’uso di una gran varietà di elementi chimici. La fabbricazione di un chip di computer richiede ben 44 elementi diversi. Un touch screen ha bisogno di un film sottile di ossido di indio; i capacitori usati in elettronica richiedono tantalio; i magneti permanenti di vario tipo, che vanno dai sottili altoparlanti dei telefoni cellulari agli enormi magneti delle turbine eoliche, necessitano di neodimio. Le batterie agli ioni di litio contengono anche cobalto e grafite.

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