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Materie prime critiche: il Dipartimento di Geoscienze realizzerà uno studio conoscitivo sul territorio trentino

03.09.2024

Le materie prime critiche sono materiali di importanza economica e strategica, fondamentali per numerose attività industriali e cruciali per la transizione ecologica e digitale, con una domanda di mercato prevista in continua crescita nei prossimi anni. A caratterizzarle è però anche un elevato rischio di approvvigionamento dovuto alla concentrazione geografica dei loro giacimenti e alla mancanza di sostituti validi a prezzi accessibili.

Per tale motivo, la questione è stata recentemente oggetto di provvedimenti normativi tanto a livello europeo, con l’approvazione in via definitiva di un apposito regolamento UE nel marzo 2024, che a livello nazionale con il decreto legge n.84, emanato a giugno, che ha introdotto disposizioni urgenti volte a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.

Il primo passo per un’adeguata pianificazione nell’ambito del reperimento delle materie prime critiche passa per il consolidamento delle conoscenze esistenti sulla distribuzione ed entità di risorse minerarie nel territorio.

Si inserisce in questo contesto un accordo di collaborazione siglato di recente tra il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova e la Provincia autonoma di Trento, attraverso il Servizio Industria, ricerca e minerario, con il supporto del Servizio Geologico. L’accordo è finalizzato alla realizzazione di un’indagine preliminare che consentirà, anche attraverso attività sul terreno e analisi di campioni, di ottenere maggiori informazioni sulla presenza di materie prime critiche nel territorio trentino e sul potenziale degli eventuali giacimenti.

Lo studio conoscitivo avrà durata di due anni e sarà coordinato da Paolo Nimis, professore ordinario di Georisorse minerarie al Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova.

La provincia di Trento è nota per la presenza di numerosi giacimenti di minerali metalliferi e industriali, che sono stati oggetto di prospezione o attività estrattiva in tempi più o meno recenti. Molte di queste realtà minerarie sono state storicamente indirizzate verso il recupero di materie prime tradizionali come Fe, Zn, Pb, Ag, fluorite e feldspato, ma poco si sa, generalmente, sul loro contenuto di elementi minori accompagnatori che, se in passato potevano risultare non interessanti, ora potrebbero meritare rinnovata attenzione proprio in funzione della loro ‘criticità’. Attraverso questo progetto potremo farci un’idea migliore del potenziale dell’area trentina per un eventuale recupero di queste risorse.

L’indagine porterà alla creazione di un database aggiornato e georeferenziato che verrà messo a disposizione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.


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