Grandi terremoti e tsunami, l’acqua contenuta nell’argilla lubrifica la faglia

Il "Bo Live" - Università degli Studi di Padova

18.05.2021

Inizia a diventare più chiaro il meccanismo che porta alla genesi dei grandi terremoti e degli tsunami grazie a uno studio condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in collaborazione con gli atenei di Pisa e Padova e l’University College London. Lo studio, dal titolo Fluid pressurisation and earthquake propagation in the Hikurangi subduction zone, è stato pubblicato sulla rivista Nature Comunications. Dall’analisi in laboratorio del comportamento di alcuni campioni provenienti dai fondali della Nuova Zelanda, più precisamente dalla zona di Hikurangi, il gruppo di ricercatori ha scoperto che le argille presenti tendono ad avere una bassa resistenza alle spinte sismiche a causa dell’acqua pressurizzata che trattengono al loro interno.

Per riprodurre queste dinamiche gli scienziati si sono dotati, negli anni, di macchine sperimentali in grado cioè di riprodurre le condizioni prossime a quelle dei terremoti.

I campioni di roccia provenienti dalla faglia raccolti durante la campagna internazionale di perforazione Integrated Ocean Drilling Program 375 del 2018, sono stati poi polverizzati e quindi testati nel laboratorio Alta Pressione e Alte Temperature dell’Ingv, attraverso Shiva (Slow to High Velocity Apparatus) una macchina sofisticata che riproduce il “motore” dei terremoti (la faglia), finanziata dall’European Research Council su progetto di Giulio di Toro, del dipartimento di Geoscienze dell’università di Padova e co-autore dello studio.

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