Si continua a costruire, anche in presenza di pericolo di alluvione

Il "Bo Live" - Online

27.10.2023

“Le perdite dovute alle catastrofi naturali sono in crescita ed è sempre più evidente che il cambiamento climatico sta aumentando la probabilità di eventi estremi. Tuttavia, si è rivelato conveniente per la politica invocare proprio il cambiamento climatico come forza esogena che colloca i disastri al di fuori della sfera di influenza delle autorità locali e nazionali. La pianificazione urbanistica e lo sviluppo territoriale invece, definiti a livello locale, sono fattori chiave nel determinare il grado di esposizione e vulnerabilità della popolazione agli shock climatici”. Inizia così un articolo pubblicato recentemente su Nature, nel quale si dimostra che dal 1985 al 2015 gli insediamenti umani in tutto il mondo, dai piccoli villaggi alle grandi città, si sono espansi continuamente e rapidamente nelle zone soggette a inondazione.

Gli autori hanno preso in esame 225 Stati e province e considerato tre tipi di alluvione: quelle fluviali, dovute all’esondazione dei corsi d’acqua; quelle pluviali, determinate dall’accumulo di acqua oltre la capacità di assorbimento del terreno in concomitanza a piogge prolungate; e quelle costiere, dovute a mareggiate e cambiamenti del livello del mare. Si sono concentrati in particolare sui territori soggetti alle alluvioni più intense, ossia quelle con tempi di ritorno di 100 anni che determinano un’altezza dell’acqua dal terreno di oltre mezzo metro.

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Servizio di Monica Panetto