Fossili e attività di cava: il caso studio del "lastame" sui Lessini
In Italia i fossili sono tra i beni culturali più “trascurati”, anche a causa di alcune criticità normative: da un lato la raccolta di fossili non autorizzata è vietata, ma dall'altro è permessa l'estrazione di rocce che possono contenere questi reperti.
Tuttavia, data la mancanza di un quadro specifico per la conservazione dei fossili, i cavatori non sono incentivati a contattare le autorità o i paleontologi quando trovano reperti di valore per timore di un'interruzione dell'attività di scavo.
Un recente studio guidato dal Dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova e realizzato in collaborazione con l’Università di Vienna e l’Università di Modena-Reggio Emilia, si è concentrato sui monti Lessini della provincia di Verona, un'area unica che custodisce importanti fossili di vertebrati marini e invertebrati dell'Italia settentrionale.

Qui, in particolare nella località di Sant'Anna d’Alfaedo, sono attive numerose cave che estraggono una tipica pietra da costruzione, localmente denominata “lastame”. Da un punto di vista geologico questa pietra appartiene alla formazione della Scaglia Rossa, di età Cretaceo Superiore. Si tratta di calcari che si sono formati in ambiente marino relativamente profondo e che al loro interno conservano numerosi fossili: oltre a un gran numero di invertebrati, talvolta anche di grande pregio scientifico, sono stati più raramente rinvenuti resti di grandi vertebrati marini.
La ricerca, pubblicata su Geoheritage, propone la prima valutazione del rischio per un sito paleontologico in Veneto. Una maggiore collaborazione tra paleontologi e cavatori, sottolineano gli studiosi, potrebbe permettere il recupero di reperti estremamente importanti e promuovere un nuovo tipo di geoturismo per queste zone.
“In questo studio, incentrato sulle cave di pietra della Lessinia, abbiamo fornito un quadro generale su questi siti che sono poli estrattivi importanti per pietre ornamentali, ma al tempo stesso sono località che il Ministero della Cultura ha inserito nella lista dei siti paleontologici di di interesse nazionale”, spiega Pietro Calzoni, dottorando del Dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova e primo autore della ricerca.
Per il Dipartimento di Geoscienze hanno partecipato alla ricerca anche il Prof. Luca Giusberti e il ricercatore Dott. Jacopo Amalfitano
INFORMAZIONI PER LA STAMPA:
PAPER: How Excavation Activity is both a Blessing and a Curse for the Palaeontological Heritage: The Case Study of the Fossils from the “Lastame” in the Verona Province (Northern Italy), Geoheritage 17, 141 (2025).
AUTORI: Pietro Calzoni, Manuel Amadori, Jacopo Amalfitano, Guido Roghi, Giovanni Serafini, Franco Zivelonghi, Roberto Zorzin, Luca Giusberti
DOI: https://link.springer.com/article/10.1007/s12371-025-01184-4

