Su National Geographic si parla dei fragili equilibri della Laguna di Venezia
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La protezione di Venezia (come di altre città che condividono gli stessi problemi) dalle inondazioni è un’esigenza imprescindibile, ma l’uso ripetuto delle barriere del Mose rischia di impattare in modo fortemente negativo sull’intero ecosistema lagunare.
Il Dipartimento di Geoscienze è impegnato da anni in una linea di ricerca che ha approfondito le conseguenze delle chiusure delle paratie sull’accrescimento delle barene, oltre che sulla morfologia e sull’ecosistema della laguna, suggerendo anche la necessità di trovare soluzioni in grado di mitigare questi effetti.
Un ampio reportage pubblicato nei giorni scorsi su National Geographic ha approfondito questo tema intervistando alcuni esperti del nostro Dipartimento: i professori Andrea D'Alpaos e Massimiliano Ghinassi e il ricercatore Alvise Finotello, insieme al collega Davide Tognin, ricercatore del Dipartimento Icea.
Firmato dal giornalista Frank Viviano e arricchito dalle fotografie di Marco Zorzanello, l’articolo descrive il funzionamento del Mose, necessario per evitare il riperetersi di inondazioni drammatiche come quella del 12 novembre del 2019, ma spiega anche come il ripetuto utilizzo di questo sistema (sempre più probabile alla luce dei cambiamenti climatici in atto) abbia ripercussioni molto forti sull’ecosistema della Laguna e, in particolare, sulle barene che sono straordinariamente efficaci in termini di sequestro di anidride carbonica.
La difesa di Venezia e dei centri abitati non deve essere messa in discussione, precisano i ricercatori. Un’opzione percorribile potrebbe essere quella di alzare la soglia stabilita per l’entrata in funzione delle barriere.