Segreti dal Cretaceo: avventura geologica nel Sahara marocchino
A ottobre 2024 il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova ha fatto ritorno nel Marocco meridionale per proseguire il lavoro iniziato circa un anno fa nell'ambito del progetto PRIN 2022, TEAMS, TErrestrial And Marginal System in a hot world.
La nuova tappa del progetto, guidato dall'Università di Firenze insieme all'Università di Padova e al CNR di Firenze, si è concentrata sulla successione carbonatica marina di piattaforma nota come Formazione di Akrabou, che registra la trasgressione Cretacica al passaggio Cenomaniano-Turoniano.
Questo intervallo temporale rappresenta il picco ipertermico nonché il massimo sollevamento eustatico del Fanerozoico e coincide con uno dei più importanti eventi anossici oceanici mai registrati, noto come OAE2, durante il quale i fondali oceanici profondi hanno registrato picchi di anossia importanti identificabili nel record stratigrafico con uno shift positivo nel ciclo del carbonio.
Già con le precedenti campagne, integrando i dati sedimentologici e degli isotopi stabili del carbonio e dell’ossigeno, sono stati caratterizzati gli ambienti deposizionali della Fm di Akrabou e ricostruito la curva del δ13C che evidenzia la risposta della piattaforma carbonatica all’evento anossico.
In questa campagna i ricercatori hanno rinfittito il campionamento sugli intervalli chiave della successione per dettagliare ulteriormente l’intervallo di interesse. In particolare i dati isotopici ottenuti serviranno a correlare tra loro le sezioni marocchine e ad agganciarle alle curve stratigrafiche di riferimento globali per l’OAE2 permettendo di valutare come il segnale climatico globale e il contesto geodinamico abbiano influenzato gli ambienti deposizionali e i relativi ecosistemi.
Nel video interviste a Anna Breda, professoressa associata del Dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova, Camilla Vidi, assegnista di riceca del Dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova, Gabriele Gambacorta, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze, Jacopo Nesi, dottorando del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze e Guido Roghi, ricercatore dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Padova.