Nuovo studio sul Mose: il sistema protegge Venezia ma ha impatti negativi sulle barene e sulla morfologia lagunare
Le barriere del Mose, entrate per la prima volta in funzione il 3 ottobre del 2020, sono efficaci nel proteggere Venezia dagli eventi di acqua acqua ma il loro uso ripetuto, sempre più probabile alla luce dei cambiamenti climatici in atto, rischia di far scomparire le barene e di avere effetti negativi sulla morfologia e sull’ecosistema lagunare.
Ad aver analizzato le conseguenze delle chiusure delle paratie del Mose sul fragile ecosistema lagunare è stato uno studio, recentemente pubblicato su Science Advances, condotto da un team di ricercatori delle Università di Padova e di Venezia e a cui ha partecipato anche il Dipartimento di Geoscienze.
I risultati dello studio mostrano che nelle prime 15 volte in cui il Mose è stato attivato, dall’ottobre del 2020 al gennaio del 2021, il sistema ha ridotto l’apporto di sedimenti sulle barene del 12%. Questi piccoli isolotti riescono a sopravvivere proprio grazie alle maree che depositano materiali sulla loro superficie (il 70% della sedimentazione si concentra infatti durante gli eventi di acqua alta), e per questo motivo, sottolineano i ricercatori, è necessario trovare delle soluzioni per mitigare gli effetti negativi sulla conservazione della morfologia lagunare.
Queste nuove analisi, realizzate integrando strumenti modellistici e misure di campo, confermano ed estendono studi precedenti condotti dagli stessi autori nell’ambito del progetto Venezia 2021, come l’articolo pubblicato nel dicembre scorso su Nature. I risultati evidenziano come a scala dell’intera laguna la regolazione delle maree tramite il sistema Mose non solo riduce l’apporto di sedimenti sulle barene, ma favorisce la risospensione dei sedimenti sui bassifondi ad opera delle onde da vento e l’interrimento dei grandi canali.
“E’ chiaro che la difesa di Venezia e dei centri abitati è una questione irrinunciabile e non è in discussione. Le nostre analisi evidenziano però effetti negativi delle chiusure del Mose sulla morfologia lagunare. Sono effetti che vanno contrastati con interventi diversificati come aumento dell’apporto di sedimenti di origine fluviale, il ripristino e la conservazione delle barene con nature based solutions e una migliore gestione delle procedure di chiusura delle paratoie”, osserva al riguardo il Prof. Andrea D’Alpaos del Dipartimento di Geoscienze.