Laguna di Venezia: le barene tra conservazione del carbonio e sfide della gestione costiera
Le barene della Laguna di Venezia, ecosistemi costieri fondamentali, rappresentano una risorsa cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici. Una ricerca condotta da Alice Puppin, insieme a Davide Tognin, Massimiliano Ghinassi, Chiara D’Alpaos, Marco Marani, Andrea D’Alpaos del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, e gruppo di ricerca Estuarine & Fluvial Hydrology, Ecomorphodynamics & Sedimentology, ha messo in evidenza il loro contributo come "riserve di carbonio blu". Lo studio, pubblicato su Earth’s Future, analizza la capacità di queste aree di accumulare e conservare anidride carbonica, riducendo il livello di CO2 nell’atmosfera.
Un deposito di carbonio nascosto
La ricerca ha esaminato dieci barene della laguna, prelevando campioni di suolo fino a un metro di profondità. I risultati mostrano che i suoli delle barene immagazzinano 17.108 tonnellate di carbonio per chilometro quadrato e accumulano ogni anno circa 85 tonnellate per chilometro quadrato. In termini pratici, equivale alla capacità di assorbimento di 130.000 alberi per chilometro quadrato.
“Il termine ‘Blue Carbon’ è stato coniato nei primi anni 2000 per indicare il carbonio organico catturato dagli ecosistemi marini e costieri,” spiega Puppin, “un concetto complementare al ‘Green Carbon’ delle foreste terrestri.” La studiosa sottolinea che oltre metà del sequestro globale di carbonio avviene grazie a ecosistemi marini e costieri, un contributo spesso sottovalutato.
Impatti della gestione costiera
Lo studio evidenzia come le strategie di regolazione delle maree, come il sistema Mo.S.E., possano compromettere questo equilibrio. Secondo i dati raccolti, tali interventi riducono il trasporto di sedimenti, fondamentali per l'accrescimento verticale delle barene, abbassando così del 30% la loro capacità di sequestro di CO2.
“Il Mo.S.E., progettato per proteggere Venezia dalle inondazioni, potrebbe ridurre significativamente il potenziale di sequestro di CO2 delle barene, limitando il loro apporto di sedimenti durante le mareggiate,” afferma Puppin. Questa riduzione non solo danneggia la capacità di mitigazione climatica, ma priva il territorio di una risorsa ambientale dal valore economico crescente.
Una ricerca che parla a tutti
Oltre al sequestro di CO2, le barene offrono una serie di servizi ecosistemici, tra cui la protezione costiera e la promozione della biodiversità. “Attribuire un valore economico ai servizi delle barene,” aggiunge Puppin, “può incoraggiare la loro conservazione e il loro ripristino. La loro capacità di sequestro di CO2, ad esempio, può essere valutata in quasi 1 milione di euro all’anno, secondo i prezzi attuali del mercato europeo delle emissioni.”
Uno sguardo verso il futuro
Lo studio invita a riconsiderare l'equilibrio tra protezione dalle inondazioni e tutela ambientale. “Le barene non sono solo uno strumento per mitigare il cambiamento climatico,” conclude Puppin, “ma anche un modo per preservare numerosi benefici ambientali, dall’aumento della biodiversità alla purificazione dell’acqua e alla protezione contro l’erosione.”
Questo lavoro interdisciplinare mostra come un approccio integrato possa garantire una gestione sostenibile della Laguna di Venezia, valorizzando il contributo degli ecosistemi naturali nella lotta ai cambiamenti climatici.