La storia del clima nei sedimenti marziani

La nuova ricerca guidata da Beatrice Baschetti, dottoranda del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova e ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), getta luce sull’evoluzione climatica del passato di Marte, risalente al periodo tra circa 4 e 3 miliardi di anni fa. Lo studio, pubblicato sulla rivista JGR: Planets, analizza tre crateri nella regione equatoriale di Meridiani Planum, dove sono presenti depositi stratificati ricchi di minerali idrati.
Un’alternanza che racconta il clima
I sedimenti osservati mostrano una sequenza ciclica di strati chiari e scuri, composti rispettivamente da argille e solfati. Questi minerali si formano generalmente in condizioni ambientali molto diverse: i solfati in contesti più acidi e secchi, le argille in ambienti più umidi e neutri. L’analisi è stata condotta attraverso dati spettroscopici acquisiti dallo strumento CRISM della sonda MRO della NASA e con modelli digitali del terreno ad alta risoluzione ricavati da immagini HiRISE.
Piccoli laghi nel passato marziano
I dati suggeriscono che i crateri abbiano ospitato bacini lacustri, alimentati da acque sotterranee e soggetti a periodici cicli di variazione del livello dell’acqua. I sedimenti si sarebbero depositati in risposta a queste variazioni, registrando nel dettaglio una sequenza di eventi climatici complessa e non lineare, e lasciando traccia di una mineralogia intricata, riconoscibile solo con indagini specifiche ad alta risoluzione.
Uno sguardo sulla transizione climatica
Questa alternanza di strati è una finestra sul passaggio tra due epoche chiave della storia di Marte: il Noachiano, più caldo e ricco d’acqua, e l’Esperiano, più arido e freddo. I risultati non solo aiutano a comprendere meglio la formazione dei depositi equatoriali, ma forniscono anche utili informazioni sugli ambienti marziani potenzialmente abitabili e sulla loro evoluzione.