Dune eoliche tra le più estese d'Italia tra Aquileia e la laguna di Grado
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L’azione di venti molto più potenti dell’attuale bora ha portato - circa 21 mila anni fa, durante l’ultimo massimo glaciale - alla formazione di un sistema di dune tra i più estesi d’Italia che attualmente caratterizza l’area tra la città di Aquileia e la laguna di Grado.
A svelarlo è una ricerca guidata dal professor Alessandro Fontana del Dipartimento di Geoscienze, presentato in occasione dell'ultima International Conference of the International Association of Geomorphologists (IAG) di Coimbra (Portogallo), lo scorso settembre.
Le dune, lunghe fino a 6 km e larghe alcune decine di metri si sono formate grazie all’azione del vento di bora che tuttora raggiunge raffiche da 200 km/h ma in quell’epoca, proprio per le condizioni glaciali, doveva essere molto più forte. Le condizioni ambientali erano molto diverse, il mare era 120 metri più basso e la costa era 350 km più a sud: la laguna infatti è arrivata in questa zona solo 7 mila anni fa e l’area era caratterizzata da una vegetazione steppica.
“Alcune isole lagunari, come quella di Morgo o quella della Volpera, sono in realtà dei residui di queste dune la cui cresta emerge ancora dalle acque lagunari ma solo per uno o due metri”, spiega il professor Alessandro Fontana.
Federica Vanzani, dottoranda del Dipartimento di Geoscienze, ha svolto la sua tesi magistrale lavorando proprio su queste dune. “Queste dune oggi sono proprio a ridosso della laguna e si elevano anche fino a 10 metri sul livello del mare, mentre la campagna circostante si trova anche al di sotto del livello del mare. Quindi questi rilievi sono sempre stati un oggetto enigmatico geomorfologico in Friuli-Venezia Giulia”, spiega.
Per arrivare a comprenderne l’origine la ricerca condotta dal Dipartimento di Geoscienze ha combinato differenti tecniche. Ai rilevamenti in campagna attraverso carotaggi manuali e carotaggi meccanici si sono affiancati lo studio della stratigrafia delle dune e l’uso del telerilevamento con immagini satellitari e riprese da drone, ma anche rilievi topografici attraverso dati LIDAR.
“Mettendo un po' insieme tutti questi dati abbiamo scoperto che queste dune sono delle dune eoliche continentali che si sono formate circa 21 mila anni fa, durante l’ultimo massimo glaciale (LMG), in ambiente che era molto diverso da quello attuale. In quel periodo il mare era molto lontano e invece la vicinanza di ghiacciai sulle Alpi significava anche la presenza di venti molto forti che potevano soffiare in maniera così intensa da trasportare materiale da dei paleoalvi ricchi di sedimento e potevano accumularlo formando vere e proprie dune nell’area subito a ridosso dell’ambito fluviale”, conclude Federica Vanzani.
Riprese e montaggio di Barbara Paknazar
Riprese con drone a cura di Barbara Paknazar e Giacomo Vinci