Un nuovo sguardo sull'Età del bronzo alla ricerca di tracce della vita quotidiana

Il Bo Live - online

13.07.2022

Registrate nei resti delle abitazioni dell’Età del bronzo ci sono informazioni preziosissime che permettono di ricostruire gli aspetti sociali, economici e ambientali di un momento  chiave della storia umana, caratterizzato da cambiamenti straordinari. E’ proprio su queste tracce che si concentra il progetto Geodap, la cui particolarità è quella di spostare la scala e l'oggetto dell'indagine archeologica scegliendo di concentrarsi non sul valore dei singoli reperti o manufatti di pregio legati a contesti funerari, ma sulle strutture abitative di oltre 3000 anni fa. Quello che emerge dal record stratigrafico domestico permette infatti di scoprire molto sulle abitudini quotidiane, comprese quelle alimentari, e avvicinarsi davvero alla comprensione della vita dell'epoca e delle interconnessioni culturali tra diverse civiltà del territorio europeo.

Guidato dal professor Cristiano Nicosia, geoarcheologo del dipartimento di Geoscienze dell’università di Padova a cui nel dicembre del 2020 è stato assegnato un prestigioso ERC Consolidator Grant, il progetto Geodap (il cui nome completo è GEOarchaeology of DAily Practices: extracting bronze age lifeways from the domestic stratigraphic record) si sviluppa su dieci siti archeologici di sei Paesi europei e la prima tappa si è conclusa pochi giorni fa a Povegliano Veronese, in località Muraiola dove si è tornati a scavare a distanza di quasi 40 anni dai primi ritrovamenti, quando fu scoperta una capanna con un focolare.

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